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Milano : Rizzoli, 1982
16 settembre 2021 alle 16:18
Non è proprio un libro, è una cosa che quasi solo Richard Bach si può permettere. Sono poche frasi in poche pagine, scritte larghe, con tanti disegni, eppure riesce ad arrivare a fondo e un romanzo di 300 pagine non avrebbe potuto fare di meglio.
Sembra una lettera oppure un flusso di coscienza del protagonista indirizzato a Rae, mentre va alla sua festa di compleanno. Durante il viaggio fa alcune riflessioni con noi e questo è il libro.
Nonostante ami molto Bach, l’impressione è quella di leggere sempre lo stesso libro. In fondo non è male, visto che certe idee fanno fatica ad entrare nella testa delle persone, ma essendo questo il terzo suo libro che leggo in tre mesi, inizio a sentirlo, quindi probabilmente farò passare un po’ di tempo prima di tornare da lui.
Ma in contemporanea non vedo l’ora di tornarci, ho voglia che mi trafigga con le sue verità, appaiono tanto semplici quando ne parla lui e in un certo senso spero che leggendole inizierò a credere che siano semplici anche per me
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